una bella recensione di *Courenta & Cadillac* da parte di Folkworld

Ci svegliamo la domenica con una bella recensione di *Courenta & Cadillac* da parte di Folkworld. Grazie per l’attenzione, Pio Fernandez! Se non masticate inglese o tedesco, traduciamo qui sotto. “Dal punto di vista geografico questi musicisti nascono nelle “terre alte” del Nord Italia, nell’area sud occidentale dell’arco Alpino. Dal punto di vista culturale, il Piemonte può essere considerato parte dell’Occitania, la storica regione del sud Europa che a grandi linee comprende il Sud della Francia, parte del Nord Est della Spagna (la valle dell’Aran), Monaco, e parti delle valli Occitane Italiane (Guardia Piemontese). Ma al di là del loro uso della lingua locale, il Franco – Provenzale, e da un substrato di ispirazioni che provengono dalle canzoni e dalle danze delle Alpi Occidentali, la musica della Teres Aoutes String Band è un melting pot di influenze che provengono principalmente da generi Nord-Americani: Jazz, Blues, Country, Rock&roll, … e forse un anche un po’ di Cajun! Nel loro recente “Courenta & Cadillac” (WMusic), che segue il loro album di esordio “Lo Rock’n Roll de la Mountagna” (2018), la Teres Aoutes String Band si mantiene entro una cornice di strumenti popolari a corda che non teme contaminazioni ed esperimenti. Il nuovo CD comprende 10 brani originali e una audace cover: canzoni scritte per danze scatenate e per una atmosfera di alta felicità (e altitudine), che passa dai Ry Cooder ai Daft Punk (“Get Lucky” diventa, nella loro versione, “Cuntent Cuma en giari”: Contento Come un Topo). La band è stata fondata da Mario Poletti e Fabrizio Carletto. Mario è polistrumentista (mandolino, mandola, voce principale) e membro stabile dal 2004 dei Lou Dalfin, storica band Occitana di folk rock. Fabrizio (che collabora anche con Massimo Priviero e i Luo Seriol), suona bassi e contrabbasso. Nella band troviamo anche le corde di Diana Imbrea (violini, voci) e di Oreste Garello (chitarre, voci). Il brano di apertura è “Courenta en Blues”, che in effetti propone una vivace ritmica che ricorda il country & western, o il bluegrass. La partenza di “De la neige sen soldà”, può ricordare un ritmo più tradizionalmente tipico del Nord Italia, forse, ma sentiamo anche la presenza di una chitarra blues e di un violino. “L’amur” è un valzer per corde pizzicate, violino e voce maschile, “Courenta & Cadillac”, una specie di allegra polka. “Soul Freire”, violino e mandolino blues. “Parlapà”, tarantella variamente speziata. “Gente di su’” e “La Nite di Sourchire’: profumi di reggae Caraibico o vallenato Colombiano? “Sem sunadur” è una bella traccia di chiusura che parte con un basso blues pizzicato, ma che evolve forse verso una versione contemporanea di un romantico canto medievale Italiano. Mi sa che il mio subconscio ha dovuto trovare una reminiscenza dell’eredità dei vicini Trovatori Provenzali: ma magari tiro solo a indovinare… ”

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